Urna cineraria marmo
L’analisi delle sepolture delle civiltà antiche costituisce un’importante fonte di informazioni per la ricostruzione delle credenze, dei valori e delle abitudini dei gruppi umani. Le tombe rappresentano, infatti, dei “contesti chiusi”, con delle informazioni sigillate che arrivano fino a noi intatte, consentendoci di avere, attraverso la mediazione della sfera della morte, un riflesso del mondo dei vivi delle società antiche. Un aspetto che permette di vedere l’articolazione della società romana e la presenza di differenti modi di affrontare l’ultimo viaggio è dato proprio dalla presenza di diversi rituali e diverse modalità di trattamento del corpo del defunto. Questa bella urna, conservata nei locali del Museo Archeologico Nazionale Antiquarium Turritano, è una notevole testimonianza della presenza del rituale dell’incinerazione: si tratta di un esemplare arricchito da due piccole prese laterali, fondo arrotondato e un’iscrizione sul corpo entro uno spazio rettangolare con estremità a coda di rondine (tabella securiclata) che ci testimonia il nome del defunto a cui appartenevano i resti contenuti all’interno. La cremazione del corpo nel mondo romano prevedeva la riduzione parziale o totale in cenere attraverso l’esposizione al fuoco per mezzo di un rogo, che poteva essere allestito nel luogo stesso della sepoltura (bustum), oppure in uno spazio allestito appositamente (ustrinum), dal quale i resti venivano raccolti e depositati nella tomba.