Tubi in piombo
L’occupazione dei territori conquistati e la fondazione di nuove colonie veniva sempre accompagnata da un’attenta politica da parte di Roma che garantisse ai suoi cittadini un buon tenore di vita attraverso la realizzazione di importanti infrastrutture e l’erogazione di servizi indispensabili nella vita e nelle attività quotidiane. Un ruolo importantissimo in questo senso è quello dell’acqua e di tutte quelle opere che consentivano l’approvvigionamento idrico delle città. Alla costruzione di imponenti opere di ingegneria e tecnica edilizia, come gli acquedotti, si affiancava la realizzazione all’interno dell’area urbana di una fitta rete di tubature per portare l’acqua nelle abitazioni e nelle botteghe, oltre ai luoghi pubblici come le piazze con fontane, le terme e le latrine. Questi reperti, provenienti dall’area delle tabernae occidentali di Turris Libisonis e conservati all’Antiquarium Turritano, sono un esempio di fistulae, condutture idriche realizzate in piombo, prodotte da maestranze specializzate che spesso riportavano il loro marchio di fabbrica sulla superficie esterna del tubo. Su molti esemplari rinvenuti in tutto l’impero romano è presente anche il nome dell’Imperatore, fatto che testimonia che l’opera pubblica era stata eseguita per volontà della più alta carica dello Stato.