Sigillata grigia Narbonense
Nel lungo evolversi delle vicende di Roma e dei suoi territori, dall’età repubblicana alle ultime fasi dell’impero, il commercio di ceramiche fini da mensa che abbellivano le tavole delle classi medio-alte non cessa mai di esistere, testimoniato dai rinvenimenti in grandissime quantità di frammenti di piatti, coppe e altre forme usate nella quotidianità. A mutare attraverso i secoli sono invece le direttrici commerciali, con differenti aree di produzione di questi manufatti che nascono, prosperano e decadono a seconda delle mode e delle vicende politiche ed economiche. Il frammento di orlo, caratterizzato da un impasto grigio rivestito e da decorazioni impresse a crudo, è stato rinvenuto presso le Terme Centrali di Turris Libisonis e appartiene alla ceramica dérivée de sigillée paléochrétienne. Questa viene prodotta nella Francia meridionale negli ultimi secoli di vita dell’Impero romano, nel periodo di maggior diffusione del cristianesimo. Si tratta di una produzione costituita da ciotole, coppe e piatti, oltre a mortai e coperchi, insieme ad alcune forme chiuse come le brocche. L’argilla, in genere molto depurata, è ricoperta da un rivestimento abbastanza uniforme di colore grigio o in alcuni casi arancione, a seconda della cottura in forni con ambiente riducente o ossidante. Sulla superficie dei vasi sono spesso presenti decorazioni realizzate con incisioni a rotella, con l’applicazione di argilla fresca con una spatola o pennello sulla superficie (à la barbotine), o con stampigliature ottenuto dall’uso di punzoni.