Scudo di gladiatore
Nell’immaginario contemporaneo legato al mondo romano, gli aspetti connessi ai giochi gladiatori rivestono sicuramente un ruolo primario. Diffusi in tutti i territori conquistati da Roma e parte fondamentale della gestione politica dell’Urbe e delle popolazioni assoggettate, queste manifestazioni pubbliche e i loro protagonisti, amati dal popolo e dagli imperatori, sono spesso rappresentati su statue, rilievi, mosaici e pitture. Tra queste ultime, è nota quella rinvenuta in una casa plebea pompeiana con la raffigurazione degli incidenti occorsi nell’anfiteatro tra gli abitanti del centro vesuviano e quelli di Nocera durante uno spettacolo di lotte tra gladiatori. L’evento, un vero e proprio sorprendente caso di cronaca occorso nel 59 d.C. e riportato dallo storico romano Tacito, fu sanzionato dal Senato, su richiesta di Nerone, con la chiusura dell’arena di Pompei per dieci anni, pena poi ridotta a due. La piccola terracotta conservata all’Antiquarium Turritano e rinvenuta presso le Terme Centrali di Turris Libisonis rappresenta uno scudo di gladiatore, forse parte di una statuetta votiva che doveva ritrarre uno di questi iconici lottatori. L’oggetto presenta una forma rettangolare a sezione concavo-convessa, con uno spazio interno diviso da un motivo a treccia con umbone centrale in quattro parti decorate a intreccio.