Sarcofago in piombo
Attraverso l’analisi dei rituali e delle tipologie tombali, è possibile ricostruire gli aspetti culturali di molte società antiche, evidenziando caratteri generali e scelte personali dei defunti e dei loro cari. Tra gli elementi più particolari e ricchi di informazioni per chi studia la società romana, ci sono sicuramente i diversi tipi di sepoltura. Largamente diffusi in tutte le regioni dell’Impero sono i sarcofagi, generalmente realizzati in pietra o marmo, ma rinvenuti anche in materiali differenti, come questo importante esemplare conservato al Museo Archeologico Nazionale Antiquarium Turritano. Si tratta di un esemplare in piombo, rinvenuto nella necropoli orientale di Turris Libisonis e attribuito al IV-V secolo d.C. La scelta di realizzare un sarcofago con un materiale così particolare non è facilmente interpretabile: il piombo veniva estratto da giacimenti minerari e commerciato in lingotti in tutto l’Impero, compresa la Sardegna, anche se è noto come l’isola avesse risorse minerarie di questo tipo. Casse plumbee simili al nostro sarcofago sono state rinvenute in tutto il Mediterraneo di età romana, ma non è chiaro se la scelta dipenda da una convenienza economica, da una facile reperibilità e lavorazione della materia prima o da credenze religiose particolari, connesse con l’ambito salvifico e misterico.