Piatto punico
Realizzati in argilla al tornio e poi cotti in forno da maestranze specializzate, questi piatti rappresentano una tipologia di manufatti diffusa in tutto il Mediterraneo durante il periodo in cui Cartagine dominava i mari e controllava gran parte dei commerci e degli scambi del comparto occidentale del mare interno. L’esemplare del Museo Nazionale Antiquarium Turritano, proveniente da Porto Torres e collocabile nel VI secolo a.C., si caratterizza per un’argilla arancio-rossastra e per la presenza di linee decorative di colore rosso sull’orlo. Concepiti per un utilizzo pratico nella quotidianità, questi piatti vengono spesso rinvenuti all’interno delle sepolture come corredo di accompagnamento per il defunto. Vasi e oggetti di diversa natura assumevano così anche un importante ruolo nelle concezioni che le popolazioni di matrice culturale punica avevano dell’aldilà. Il percorso per il mondo ultraterreno, infatti, era immaginato come un viaggio scandito da una serie di rituali che guidavano il defunto nel suo ingresso nel mondo dei refaim, la comunità degli antenati defunti. Ad accompagnare il corpo, unto con oli profumati, vestito e adornato con gioielli, erano brocche, piatti, lucerne e vari oggetti con funzione protettiva, il corredo che i vivi ponevano nella camere funerarie scavate nella roccia per accompagnare i loro cari nell’ultimo viaggio.