Lucerna con scena erotica
Tra i numerosi rinvenimenti provenienti dall’area urbana di Turris Libisonis si segnalano numerosi esemplari di lucerne, variabili nella forma e nella decorazione, ma accomunate dall’uso fatto per illuminare le attività che ogni giorno si svolgevano nella città romana. Le immagini e le scene rappresentate su questi strumenti di illuminazione sono le più disparate, con raffigurazioni di oggetti, animali, creature fantastiche, dèi e uomini impegnati nelle più varie attività. Non mancano, come dimostra questa lucerna del I-II secolo d.C. rinvenuta nel pozzo 2 delle Terme Centrali, le scene erotiche. La società romana era indubitabilmente attenta alla moralità dei suoi cittadini, come dimostrano i rituali della prostituzione sacra legati alla dea Venere, i cui templi erano generalmente posti al di fuori del perimetro delle mura cittadine. Ma gli aspetti legati all’erotismo erano ben presenti nelle città dell’impero, come confermato per esempio dalle raffigurazioni pittoriche e musive di molte ville e case dell’area vesuviana. Rappresentare l’atto sessuale era, tuttavia, un aspetto riservato in genere solo a certi ambienti o strutture concepiti per le prestazioni di professioniste e professionisti: proprio il lupanare di Pompei, luogo espressamente dedicato al piacere sessuale a pagamento, mostra sulle sue pareti una serie di pitture che, in maniera diretta ed esplicita, illustravano ai clienti le principali prestazioni di cui si poteva usufruire all’interno dell’edificio.