Lamina in bronzo con esenzione dalle tasse
Lo specchio d’acqua antistante Porto Torres restituisce da sempre importanti reperti e testimonianze che permettono di ricostruire la vita della colonia Iulia Turris Libisonis. Questo preziosissimo reperto, rinvenuto nell’ambito dei lavori di ristrutturazione del bacino portuale, è una targa in bronzo databile all’epoca dell’imperatore Filippo l’Arabo (metà III sec. d.C.), che doveva essere affissa allo scafo di una piccola imbarcazione. L’iscrizione incisa ci restituisce il nome della proprietaria, la vergine Vestale Massima Flavia Publicia, che per il suo status era esente dalle imposte portuali.
Infatti, l’antichissimo ordine religioso femminile delle vergini Vestali a Roma beneficiava di particolari privilegi sociali, era immensamente ricco e godeva di una lunga serie di esenzioni. L’imbarcazione di Flavia Publicia, che nella sua insegna portava il nome Porphyris doveva essere di modeste dimensioni, preferibilmente destinato ai viaggi lungo distanze brevi e particolarmente adatto alla navigazione di tipo fluviale, ma probabilmente capace di percorrere anche rotte più ampie. La Porphyris potrebbe testimoniare le iniziative commerciali marittime della Vestale ed eventuali proprietà agrarie possedute nell’entroterra di Turris Libisonis da Publicia o dal suo facoltoso e prestigioso ordine sacerdotale. La menzione dello schiavo Eudromus sulla tabella immunitatis, fosse esso il timoniere della nave o un semplice marinaio addetto al carico o allo scarico delle merci, era necessaria per chiarire inequivocabilmente che sia l’imbarcazione che lo schiavo ad esso collegato erano totalmente immuni dal pagamento di dazi e tasse portuali.