Iscrizione Flavia Amoeba
L’ipogeo funerario di Tanca Borgona a Porto Torres, scoperto nel cuore del centro moderno della città e scavato nel 1947 da Giovanni Lilliu, è composto da diverse sepolture tra tombe a fossa e deposizioni in sarcofago, tutte inquadrabili tra il III e il IV secolo d.C. e corredate da mosaici e iscrizioni, che ci consentono di conoscere più nel dettaglio la vita degli abitanti della Colonia Iulia Turris Libisonis. Questo reperto frammentario riporta in poche righe tantissime informazioni: si tratta di un’iscrizione funeraria della metà del II secolo d.C., con un testo abbastanza usuale, introdotto dall’invocazione abbreviata agli Dei Mani, divinità protettrici dell’oltretomba e identificate con gli spiriti degli antenati. La defunta ricordata è una tale Flavia Amoeba, moglie di un Titus Aelius Victor, liberto dell’imperatore, che occupava un ruolo importante nell’amministrazione della città, in relazione ad uno degli aspetti più rilevanti della sua economia. Questo personaggio, infatti, era un procurator ripae, un funzionario incaricato del controllo dei traffici marini e della riscossione dei tributi e delle tasse portuali, attività di grande importanza in un centro come Turris Libisonis che aveva nei commerci e nei trasporti via mare una delle attività centrali.