Iscrizione Aurelius Gigas
Gli studi sulla società di Roma e delle sue province hanno da sempre evidenziato come essa si caratterizzi per un uso importante della comunicazione scritta. Dall’indicazione di precisi confini geografici alla celebrazione di imprese imperiali, dall’autocelebrazione di un cittadino generoso che aveva finanziato un’opera pubblica per la cittadinanza fino al ricordo di un caro estinto, lo studio delle iscrizioni romane ci consente di conoscere in maniera approfondita alcuni aspetti importanti e affascinanti della vita dei cittadini di Roma. Il rinvenimento di contesti come quello dell’ipogeo funerario di Tanca Borgona a Porto Torres, scoperto e scavato nel 1947 dal padre dell’archeologia sarda Giovanni Lilliu, rappresenta in questo senso una incredibile miniera di informazioni. La presenza di un monumento del III-IV secolo d.C., inserito nel tessuto urbano della città moderna, con ben 32 sepolture tra tombe a fossa e deposizioni in sarcofago, accompagnate da mosaici e iscrizioni, ci consente di conoscere più nel dettaglio la vita degli abitanti di Turris Libisonis in età imperiale. Tra le testimonianze scritte rinvenute in questo eccezionale contesto, si segnala questa epigrafe incisa sul marmo, relativa ad un Aurelius Gigas. La moglie Elia Verecunda, con poche ma amorevoli parole, dedicò questo monumento al marito benemerito che visse per 36 anni, 5 mesi e 15 giorni.