Fuseruole e fusi in osso e ceramica
La tessitura rappresenta una delle attività che, a partire dal mondo antico, si lega più naturalmente alla sfera femminile, tanto nel mondo greco che in quello romano e italico. Per quanto riguarda il primo, l’uso del telaio e l’arte di tessere sono associati contemporaneamente all’ideale di moglie perfetta e all’astuzia, come dimostra la figura di Penelope, moglie del re di Itaca Ulisse che, per rinviare la scelta del nuovo consorte tra i suoi pretendenti, crea uno stratagemma di rara furbizia: promettendo di prendere una decisione nel momento in cui avesse finito il suo lavoro al telaio, tesse durante il giorno una tela che si impegna a disfare la notte. Ma anche il mondo etrusco-italico e romano ci tramanda un’immagine della donna e moglie perfetta che deve essere pia, pudica, casta, domiseda (addetta alla casa) e lanifica, cioè che sa lavorare la lana. Non stupisce quindi trovare oggetti connessi con queste attività anche in una città tipicamente romana come la Colonia Iulia Turris Libisonis. Tra i reperti conservati all’Antiquarium Turritano si segnalano alcuni fusi e fuseruole, provenienti sia da contesti urbani, come quello delle Terme Centrali, sia da tombe femminili, come questi esemplari rinvenuti nell’area della necropoli meridionale, testimonianza del valore dei corredi funebri come fonte di informazioni per la ricostruzione dei valori culturali delle società antiche.