Frammenti vari marmo
Tra i racconti e gli aneddoti relativi alla figura di Augusto, particolare rilievo ha sempre avuto la frase che alcune fonti antiche tramandano in relazione all’approssimarsi della sua morte: “Ho trovato una città di mattoni e ho lasciato una città di marmo”. Pur tenendo presente che queste notizie sono spesso il frutto di una mitizzazione di alcune figure storiche, è innegabile che Roma e i suoi territori conoscano, a partire dalla fine dell’età repubblicana, un evidente incremento delle opere monumentali, con la costruzione di numerosi edifici caratterizzati da una ricca decorazione di pavimenti e pareti interne ed esterne. A questa volontà di celebrare la potenza dell’Impero o il proprio benessere economico non sfuggono nemmeno Turris Libisonis e i suoi cittadini, come dimostrato dai numerosi rinvenimenti fatti dagli archeologi nell’area urbana e dai relativi reperti conservati nelle vetrine del Museo Archeologico Nazionale Antiquarium Turritano. Dall’area delle Terme Centrali, per esempio, provengono diversi elementi in marmo, parte della decorazione che doveva abbellire le strutture costruite in laterizi e pietre legate con malte. Questi reperti sono principalmente lastre decorate che venivano fatte aderire alle murature, conferendo agli edifici un aspetto più elegante e solenne, attraverso l’imitazione di parti architettoniche come capitelli e pilastri, ulteriormente abbelliti da elementi floreali sapientemente realizzati da maestranze specializzate.