Anfora frammentaria
Le anfore sono tra i manufatti che, ritrovati negli scavi archeologici e nei recuperi di relitti in mare, forniscono maggiori informazioni sulle abitudini, i commerci, i consumi e i gusti dei gruppi umani del Mediterraneo antico. Dalla loro presenza, infatti, è possibile ricostruire le dinamiche economiche, le tratte commerciali, le rotte marine e tutti quegli aspetti sociali connessi con questo continuo e affascinante movimento di genti. Ma le anfore sono anche oggetti dai molteplici utilizzi e dalla vita lunghissima, visto il loro reimpiego nei modi e contesti più disparati, dopo la cessazione della loro primaria funzione. Quest’ultima è, come noto, quella di trasportare derrate alimentari come olio, vino e salse di pesce. Ma esse vengono anche utilizzate come materiale da costruzione, per realizzare condutture e, in tanti casi attestati anche in Sardegna, come versione economica di un sarcofago, visti i numerosi ritrovamenti di individui sepolti all’interno di questi contenitori. Questo esemplare frammentario, recuperato negli scavi delle tabernae occidentali presso le Terme Centrali di Turris Libisonis, è un’anfora prodotta in Africa settentrionale tra il II e III secolo d.C., diffusa in tutto il Mediterraneo occidentale e utilizzata per il commercio del vino o della salsa di pesce.