VITA PRIVATA
La "Domus"
La “domus”, casa delle ricche famiglie patrizie, era composta da molte stanze con funzioni diverse: l’ingresso era duplice ed era costituito da “ vestibulum” e “fauces” che conducevano allo spazio centrale della casa intorno a cui si aprivano tutte le altre stanze (“atrium”). C’erano poi le camere da letto (“cubicola”), la stanza destinata ai banchetti (“ triclinium”), e, infine, il “tablinum” che potremmo assimilare al nostro studio o al salotto.
Le “domus” di solito avevano pochi mobili: cassapanche, letti, tavoli, realizzati non solo in legno, ma anche in bronzo, avorio e marmo. Gli armadi erano costituiti per lo più da nicchie ricavate nelle pareti. Le stanze erano riccamente decorate: i pavimenti venivano realizzati con diverse tecniche come il cocciopesto (un tipo di rivestimento impermeabile composto da frammenti di laterizi e malta), i mosaici (realizzati con frammenti di materiali diversi: pietra, pasta vitrea a comporre degli elementi figurati) e “sectilia” (pavimenti in marmo). Le pareti venivano invece decorate con dipinti raffiguranti finti marmi, giardini, paesaggi, oppure rivestite con sottili lastre marmoree chiamate “crustae”. Altri elementi decorativi sono costituiti da elementi architettonici come le lesene (pilastrini) e le cornici.
In area archeologica sono conservate tre “domus” (di Orfeo, dei mosaici marini e Maetzke) databili tra il I e il III secolo che presentano tipologie costruttive e decorative differenti.