VITA PRIVATA
I gioielli
In età romana, come in altre epoche, i gioielli avevano sia un valore economico, che un significato simbolico. Inizialmente rappresentavano un simbolo del potere, ma a partire dal I secolo d.C. non furono più riservati solo agli aristocratici, ma a chiunque potesse permetterseli.
I gioielli d’età romana in Sardegna non sono diversi da quelli rinvenuti nel resto dell’Impero: si osserva una predilezione per lafiligrana, la granulazione, l’uso dellepaste vitree e delle pietre preziose. Le gemme, ugualmente diffuse, ebbero come funzione principale quella di sigillo personale, ma avevano anche un valore magico in base alle proprietà attribuite alle diverse pietre.
Agli ornamenti preziosi, tuttavia, si affiancavano anche i bronzi, realizzati per le classi sociali meno abbienti, ma ugualmente desiderose di sfoggiare gioielli simili a quelli più preziosi.
I gioielli più diffusi erano le collane, gli orecchini e gli anelli, questi ultimi utilizzati anche dagli uomini. Meno diffusi, invece, i bracciali.
I bambini indossavano la “bulla” (i maschi) e la “lunula” (le femmine), simboli della loro sacralità. Entrambi i gioielli venivano dismessi e donati alle divinità con il passaggio all’età adulta.