VITA DOPO LA MORTE
La necropoli
In età romana una legge antichissima vietava di seppellire i defunti all’interno delle mura della città. Anche a “Turris Libisonis” le necropoli si estendevano a sud, est e ovest dell’abitato, ai lati delle tre strade che conducevano ai principali centri dell’isola.
Un’ampia porzione della città moderna era occupata dalla necropoli meridionale, o di San Gavino, la più estesa, che ha spesso restituito tombe con ricchi corredi e iscrizioni. Da qui provengono inoltre le prime testimonianze sulla presenza di tombe cristiane. Sono stati inoltre rinvenuti 7 sarcofagi marmorei decorati, tre dei quali ospiterebbero le reliquie dei martiri turritani Gavino, proto e Gianuario (attualmente conservati nella Basilica di San Gavino).
La necropoli meridionale proseguiva senza interruzione nella necropoli orientale, che occupava l’ampia fascia costiera e la collina retrostante fino alla chiesa di San Gavino a mare. Qui le tombe sono soprattutto a camera, ad arcosolio e scavate nel pavimento di roccia, come nell’ipogeo funerario pagano di Tanca Borgona , di notevole interesse perché decorato con pitture e mosaici. Le numerose iscrizioni funerarie presenti furono spesso segate e riutilizzate per la copertura di tombe successive.
A Ovest del Rio Mannu, infine, si estendeva la necropoli occidentale o di Marinella. Qui tutte le sepolture erano ad inumazione e i corredi funerari non si datano oltre il IV secolo d.C.