PORTO TORRES, LOCALITÀ SCONOSCIUTA (fine I° - inizi II° secolo).
Urna cineraria di C. Vehilius Rufus, da collezione privata
Il mio nome è “Caius Vehilius Rufus” e vissi a “Turris Libisonis” intorno al 100 d.C. circa. Ero un liberto… cosa vuol dire? Beh, i liberti erano schiavi liberati. Era il “dominus”, ovvero il loro padrone, che li liberava, diventandone così il protettore: “ patronus” in latino.
I liberti potevano praticare qualsiasi attività: dal commercio all'artigianato, ma anche l’insegnamento e addirittura l’amministrazione dei beni del proprio “patronus”. In alcuni casi potevano diventare molto ricchi e ricoprire addirittura cariche importanti! Io, ad esempio, avevo il diritto di voto: ero un cittadino di Roma a tutti gli effetti, appartenente alla tribù Collina.
Quando sono morto il mio corpo è stato cremato, come era usanza in quel periodo, e le mie ceneri sono state conservate in quest’urna di marmo che ho fatto realizzare a Roma, per mostrare a tutti quanto fossi diventato importante!
Vista la mia devozione ai culti egizi, ho chiesto che sull’urna fossero raffigurate le sfingi e Giove Ammone, dalle cui corna pende un largo festone di frutta e fiori.
Sul coperchio invece ho voluto delle maschere teatrali, perché la vita per me è proprio come uno spettacolo! Al centro del timpano (la superficie triangolare del coperchio), invece, ho chiesto che venisse raffigurata una pigna tra due colombi, simbolo di immortalità. Devo dire che ha funzionato, dal momento che voi siete qui dopo 2.000 anni a leggere la mia storia!