Skip to main content
Museo Archeologico Nazionale Antiquarium Turritano e Area Archeologica - Porto Torres

Turris Libisonis: le terme Maetzke

  • Turris Libisonis: le Terme Maetzke
    Turris Libisonis: le Terme Maetzke
  • Turris Libisonis: le Terme Maetzke
    Turris Libisonis: le Terme Maetzke
  • Turris Libisonis: le Terme Maetzke
    Turris Libisonis: le Terme Maetzke
  • Turris Libisonis: le Terme Maetzke
    Turris Libisonis: le Terme Maetzke
  • Turris Libisonis: le Terme Maetzke
    Turris Libisonis: le Terme Maetzke
  • Turris Libisonis: le Terme Maetzke
    Turris Libisonis: le Terme Maetzke
  • Turris Libisonis: le Terme Maetzke
    Turris Libisonis: le Terme Maetzke
  • Turris Libisonis: le Terme Maetzke
    Turris Libisonis: le Terme Maetzke

Questo piccolo edificio termale, forse parte di una domus e costruito tra la fine del I sec. d.C. e gli inizi del II sec. d.C. su precedenti strutture relative alle prime fasi di vita della colonia, deve il nome allo studioso che ne riportò alla luce i resti, Guglielmo Maetzke, Soprintendente in Sardegna negli anni tra 1957 e il 1968. L’area su cui sorge il complesso è stata pesantemente compromessa dal passaggio dei binari della ferrovia, che ha danneggiato interi settori dell’impianto termale. Di questo restano tre vani, impostati su terrazzamenti degradanti verso nord, che seguono il declivio naturale della collina. Nel terrazzo inferiore era collocato il calidarium, un ambiente riscaldato a pianta rettangolare absidata, mentre in quello mediano erano presenti un corridoio e un vano (apodyterium). Al livello superiore si trovava un ambiente di grandi dimensioni, forse il frigidarium, chiuso a S da un muro che sia appoggiava al pianoro, sul quale passava un tratto di strada.

Da questo importante contesto urbano provengono alcuni dei reperti più interessanti della colonia, come la nota maschera marmorea di satiro, conservata presso l’Antiquarium Turritano, assieme ad altri reperti di tema dionisiaco, tipici di queste strutture, ma compatibili anche con peristili e giardini, fatto che confermerebbe la loro pertinenza con un edificio privato appartenente a un ricco cittadino della colonia.

Della struttura sono stati preservati i muri a telaio con orditura in blocchi di calcare e parte della volta del calidarium, realizzata in calcestruzzo con costolature interne in cotto. Le pavimentazioni, che dovevano essere caratterizzate da lussuose decorazioni, non sono conservate, fatta eccezione per un breve tratto in signinum con inserzioni di tessere nere nel peristilio e uno più ampio presso l’ apodyterium, dove è stata messa in luce una prima pavimentazione realizzata nella stessa tecnica, ma dalla colorazione rossa e impreziosito da tarsie marmoree policrome, datata tra la fine del I sec.

a.C. e gli inizi del I sec. d.C. Su questa prima fase si imposta un pavimento a mosaico geometrico bianco-nero, scoperto e asportato nelle campagne di scavo degli anni ’60 del XX secolo, databile tra la fine del I sec. d.C. e il III sec. d.C.

 

Audioguida

AUDIOGUIDA

Ascolta Audioguida
LIS

LIS

Vedi LIS