Oscillum
Gli oscilla sono elementi principalmente decorativi che in occasione di feste o di rituali connessi al culto di Dioniso venivano appesi agli alberi o agli architravi. La sospensione avveniva tramite una grappa o attreverso un foro pervio presso il margine dell’oggetto. Il più delle volte avevano forma di disco, come nel caso dell’esemplare rinvenuto durante gli scavi Maetzke ad est delle terme centrali di Turris Libisonis. L’Oscillum turritano, l’unico finora rinvenuto in Sardegna, è in marmo bianco e presenta due canoni stilistici volutamente diversi. Su un lato è raffigurato un erote danzante con il capo riverso all’indietro e le braccia allargate a tenere tra le mani una lunga vitta davanti al corpo E’ posto all’interno di una cornice piatta e lievemente rilevata. La figura, scolpita in basso rilievo è di stile neoattico. Sull’altro lato è raffigurato il volto di una divinità maschile con tratti tipici dell’età severiana (fine II/inizio III secolo d. C.), e cioè una folta barba e capigliatura, la cui resa dei riccioli denota il ricorrente impiego del trapano per accentuare il rilievo. L’iride è incisa, e il tutto è incorniciato da un kyma lesbico continuo. Il foro passante per il centro e corrispondente alla bocca della divinità tradisce un successivo riutilizzo all’interno di una fontana, probabilmente all’interno delle terme in cui è stato scoperto. La cronologia dei manufatti di questo tipo va dall’età neroniana (I secolo d.C.) a quella severiana (prima metà del III), con un intensificarsi della produzione durante l’età adrianea (prima metà del II secolo d.C.). Dopo il III secolo questi oggetti non vengono più realizzati, forse per un mutamento dei gusti della committenza, o per una contrazione del numero delle case a peristilio, dalle quali proviene la maggior parte degli oscilla noti.