IL TERRITORIO IN ETÀ ROMANA
I rinvenimenti subacquei e il carico della nave di Cala Reale
Il porto di “Turris Libisonis” rivestì un ruolo di primo piano nelle rotte fra Roma e il Mediterraneo centrale e occidentale. Il Golfo dell’Asinara e il passaggio fra la Corsica e la Sardegna (le Bocche di Bonifacio), infatti, oltre a ridurre i tempi della navigazione, offrivano ripari provvidenziali, pur presentandosi irti di pericoli a causa dei bassifondi insidiosi, del vento e della presenza dei pirati. Per queste ragioni numerosissimi erano i naufragi, come dimostra il grande numero di relitti trovati sul fondo del mare lungo la costa nord occidentale della Sardegna e nel Golfo.
Il caso più significativo è rappresentato dai resti del carico di una nave rinvenuto presso l’approdo di Cala Reale. Si tratta di migliaia di anfore contenenti “garum”, una salsa di pesce molto apprezzata dai Romani, trasportate da una nave proveniente dalle coste della Lusitania, l’odierno Portogallo, naufragata probabilmente a causa delle secche e degli scogli intorno al 400 d.C. Alcune delle anfore rinvenute servivano però agli usi di bordo, così come le brocchette, il vasellame da mensa e alcune lucerne per l’illuminazione.
Bisogna sempre ricordare, infine, che il grosso del commercio antico consisteva in oggetti e materie prime (cereali, ortaggi, animali vivi e morti e loro derivati, olio, ecc.) che venivano trasportati in contenitori deperibili o diversamente stivati nelle navi e di cui oggi, purtroppo, non conserviamo alcuna traccia.