Terme Pallottino
Questo piccolo complesso termale fu scavato negli anni ’30 del ‘900 dall’archeologo Doro Levi, Direttore della Soprintendenza della Sardegna fino al 1938 quando venne rimosso dalla sua posizione, in quanto ebreo, in applicazione delle leggi razziali fasciste. Venne sostituito quindi dall’archeologo Massimo Pallottino, da cui le terme e il vicino peristilio (portico coperto) presero il nome.
Delle terme, anche queste pubbliche, rimangono i 3 ambienti del “caldarium”, “tepidarium” e “ frigidarium”; qui 3 gradini immettevano in una vasca quadrangolare mosaicata ancora ben conservata. La struttura è datata, sulla base dei mosaici che decorano i pavimenti, tra la fine del III e l’inizio del IV secolo d.C.
Nel “tepidarium” sono ancora conservati i resti dei crolli di parte dei muri e delle volte, che nel collassare hanno pesantemente danneggiato il pavimento, ricomposto solo in anni recenti. L’andamento ondulato del pavimento è dato dalla presenza delle “sospensurae”, (soluzione utilizzata per il riscaldamento dell’acqua e degli ambienti) al di sotto del piano di calpestio.
Lavori di scavo in anni recenti hanno messo in luce, alle spalle del “caldarium”, una serie di strutture legate probabilmente all’approvvigionamento e al riscaldamento dell’acqua.